2 ottobre 2013
Quebec City
Pessimo rum, giocatori
d'azzardo, Hell's Angels, strade desolate che attraversano il
deserto.
Per sparire dalla
circolazione, Blackjack si era sempre immaginato un posto del genere.
Magari in Messico, nel Nevada o al limite a Santo Domingo, se proprio
non ci si voleva allontanare troppo da Portorico.
Evidentemente Blackjack
non era Libby.
La ragazza aveva scelto
una tranquilla villetta sulle rive del San Lorenzo, a Quebec City.
Dalla finestra della sua cucina si vedeva la sagoma imponente dello
Château Frontenac, con la sua architettura da castello delle fiabe,
abbarbicato nella città alta. La casa era arredata in modo spartano.
Un rifugio provvisorio, a tutti gli effetti. Non mancavano tuttavia
delle composizioni di fiori secchi, inseriti in quadri e vassoi di
vetro, disseminati su mensole e tavoli.
«Così ti guadagni da
vivere facendo questi lavoretti di bricolage?», le domandò,
sorseggiando il tè caldo.
«Piantala con le
stronzate», tagliò corto Libby. «Lo START sa benissimo dove sono,
perciò utilizzo i miei fondi personali per... per fare quello che mi
pare.» Sventolò una mano in aria, come per allontanare una mosca
fastidiosa. Che poi era il parere che doveva avere del suo
inaspettato ospite.
Blackjack annuì e soffiò
sulla tazza. Libby indossava dei jeans a zampa d'elefante e una felpa
dei Quebec City Amiral, la squadra di calcio locale. La trovava
ugualmente affascinante, anche senza il suo celeberrimo costume blu e
rosso da Super governativo. «Come ti trovi qui? Sei cresciuta a
Chicago e hai vissuto ad Admiral City. Ammetterai che è un bel
cambiamento.»
«Ho detto basta
stronzate.» La ragazza si decise a sedersi davanti a Blackjack. «So
perché ti hanno mandato qui.»
«Sono passati più di
cinque mesi e...»
«Sono fuori.»
«Non si è mai fuori da
cose del genere.»
Libby fece una smorfia.
Non sembravano esserci più cicatrici del suo scontro con Mezzanotte.
L'unica particolarità della sua pelle era rappresentata dalle solite
lentiggini. Le cure staminali di Rushmore hanno funzionato bene,
pensò l'uomo.
«Ti hanno fatto entrare
nello START?», domandò lei.
«Io e altri riservisti,
momentaneamente. Sai, dopo la tua defezione e la...» Blackjack si
bloccò, imbarazzato.
«La morte di Matt, di
American Dream. Dillo pure. I giornali non hanno parlato di altro per
settimane.» Gli occhi della ragazza s'indurirono. La marea di
idiozie pubblicate dai media vicini alla Casa Bianca l'avevano
senz'altro ferita.
«Vengo per conto di
Ross, di Rushmore, di Uranium. Di amici, insomma. Ciò che sta
accadendo in Europa coinvolgerà anche lo START. Ciò che ne rimane.
Siamo già in preallarme e...»
«Hanno mandato te per
convincermi a tornare.»
«Sì.» Inutile girarci
intorno.
Libby si rigirò un
ricciolo castano tra le dita, nervosa. «Come potete lavorare ancora
per Romney, dopo tutte le porcate che abbiamo scoperto?»
«Sciogliere lo START
equivarrebbe a fare il loro gioco. Ci sono poteri si stanno
riequilibrando, e forse qualcuno si è accorto che non si può fare a
meno di noi, non a cuor leggero.»
«Noi, Loro...»
La Super scosse la testa. «Non voglio saperne nulla. Non ora.»
«In Grecia...»
«Quegli sciacalli che
hanno comprato la Grecia fanno parte di un'altra corporazione, come
lo era la Salazar Enterprises. Io ne ho piene le scatole di intrighi
e complotti. Soprattutto se ad andarci di mezzo sono gli innocenti e
i giusti.»
Brava ragazza, ti sei
tenuta informata. Blackjack lo valutò un buon segnale. «La
Hypothetical Incorporated è molto più pericolosa della Salazar.
Hanno tramato nell'ombra per anni, e ora se ne son saltati fuori con
una disponibilità economica, finanziaria e scientifica da far
impallidire molti altri colossi internazionali.»
«Non me ne frega nulla.»
Libby gli strappò la tazza dalle mani. Stava per congedarlo. «Anzi,
se vuoi proprio saperlo, non mi spiace affatto che in Grecia si siano
ripresi la sovranità popolare. Immagino che anche Rebel Yell sarà
contento. Quando ho accettato di indossare quel cazzo di costume,
credevo di difendere dei valori. Oh, no, non ero del tutto ingenua.
Però credevo che anche lo schifo avesse un limite.»
Blackjack rimase seduto.
Non era il momento di buttarla sul patriottico, anche perché era lui
il primo a non credere più a certe cose. Non dopo l'Evento
Mezzanotte, comunque. «È possibile, anzi, molto probabile, che ciò
che sta mettendo in atto la Hypothetical Incorporated causerà
ulteriori guai.»
«A chi? Al nuovo ordine
mondiale che Romney sta progettando dal giorno della sua elezione?»
«All'umanità.»
Libby fece una secca
risata, sarcastica. «C'è sempre un supercattivo che deve essere
fermato dall'intervento dei buoni. Solo che questa volta i cattivi
sono gli stessi che di solito chiedono l'intervento dei buoni. Ti
piace il mio gioco di parole? Ora vattene. Ho sbagliato a farti
entrare.»
«Ti ricordi di Spencer
Grant, alias Ulysses?»
La ragazza lo squadrò,
perplessa. «Il braccio destro di Rushmore? Quello che sperimentava
la possibilità di creare superumani partendo dagli embrioni?»
«Il dottor Frankenstein.
Lo chiamavate così.»
«Lo START l'ha sbattuto
fuori nel 1984, quando abbiamo scoperto il suo laboratorio di mostri.
Che cazzo c'entra ora?»
«La CIA ha il
ragionevolmente sospetto che Grant faccia parte del team che ha in
gestione il progetto di superumani della Hypothetical Incorporated.»
Libby strabuzzò gli
occhi. «C'è lui dietro la creazione di quella specie di Messia che
ha sbattuto i Caschi Blu fuori dalla Grecia?»
«Non da solo, comunque
sì.» Blackjack si alzò e sbirciò fuori dalla finestra. Quebec
City era una città molto pittoresca e tranquilla, simile a un angolo
di Francia trapiantato in Canada. Libby e Matt avevano trascorso qui
una delle loro rarissime vacanze insieme, nel 1989. La ragazza
conservava dei ricordi preziosi legati a quel posto. Il suo esilio
non era casuale, ma erano dettagli che potevano essere colti soltanto
da chi considerava Lady Liberty un essere umano, una donna con dei
sentimenti, e non solo un'icona nazionale dotata di superpoteri.
«Dove vuoi arrivare?»,
chiese Libby.
«Quando fu congedato dal
dipartimento scientifico dello START, Spencer Grant rubò i campioni
genetici di trentaquattro Super, quindi sparì.»
La ragazza lo raggiunse
alla finestra. O meglio: entrò in ipervelocità e istantaneamente
riapparve a fianco di Blackjack, che non l'aveva nemmeno vista
muoversi. Lo guardò negli occhi «Ha anche i nostri?»
«Sì.»
«Anche quello di Matt?»
«Sì.»
Libby gli afferrò il
braccio. «Quindi il Messia della Hypothetical...»
«Non è che così
semplice», la interruppe lui. «Non lo è mai, giusto? Non
dimenticarti poi degli effetti collaterali del Flare dell'Evento
Mezzanotte.» Blackjack indicò il portatile della Super, appoggiato
sul piccolo divano del soggiorno. «O devo forse pensare che in
questi mesi non hai consultato i blog degli appassionati delle teorie
del complotto?»
Libby incrociò si
rabbuiò. Incrociò le braccia al petto e arretrò di un passo, sulle
difensive. Forse anche lei...? Blackjack non osò nemmeno
completare il pensiero. Magari avrebbe provato a chiedere qualcosa a
Rushmore, pur sapendo che il genio del team START non gli avrebbe mai
rivelato nulla. L'ultimo che ha avuto a che fare con gli esami
clinici di Libby è proprio il sapientone.
Cercando di mantenere la
sua maschera dura, Lady Liberty gli puntò contro un dito. «Te lo
chiederò un'ultima volta: cosa volete da me?»
«Abbiamo appena mandato
uno dei nostri in Grecia, in incognito. Ross vorrebbe che tu lo
raggiungessi.»
«Pensate di scatenare
una guerra? Di certo non una rivolta. Il consenso nei confronti dei
nuovi governanti è altissimo.»
Blackjack si strinse
nelle spalle. «Non ti dirò nulla finché non mi confermerai il tuo
ritorno in squadra.»
«E allora vattene. Se
credevi di convincermi coi tuoi ricatti psicologici, sbagliavi. Dì a
Ross di lasciarmi in pace.»
L'uomo sospirò e si
avviò verso la porta. Sapeva che quell'incontro sarebbe finito così,
ma era certo di aver impiantato qualcosa di utile nella testa di
Libby: il seme del dubbio.
Tornerai.
C'era solo da sperare che
si decidesse a farlo prima che qualcuno, molto sopra l'autorità del
tenente colonnello Ross, iniziasse a considerarla un rischio per la
sicurezza nazionale.
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Questo è un piccolo assaggio della nuova stagione di 2MM, che avrà inizio in una data ancora imprecisata di febbraio.
Consideratelo un capitolo 0, una pre-season.
Il titolo della seconda stagione, come già saprete, è Due Minuti a Mezzanotte - Nativity. Verrà identificato anche con l'acronimo 2MMN.
Ci si rilegge fra qualche settimana!