mercoledì 13 febbraio 2013

Capitolo 1 - Stagione 2 (di Alessandro Girola)



13 ottobre 2013, ore 1.15 p.m.
Glifada (Atene)
Grecia


Le acque del Golfo di Saronico erano quiete. L'autunno non sembrava voler turbare il susseguirsi di giornate tiepide e soleggiate, una vera benedizione per quei turisti che seguitavano a recarsi in Grecia, nonostante tutte le difficoltà sorte negli ultimi mesi.
Clark osservava la spiaggia di Glifada, la Beverly Hills dell'Egeo. Dal ristorante in cui lui e il suo compagno di fuga si trovavano, godevano di una splendida vista sul mare. C'erano anziani a spasso sulla battigia, podisti che sprintavano in entrambe le direzioni, addetti alla pulizia che setacciavano la spiaggia in cerca di rifiuti.
Dal lato opposto, quello che dava sul centro urbano vero e proprio, il traffico cittadino viveva un momento di tregua, corrispondente all'ora di pranzo. Una camionetta della polizia transitò per la seconda volta lungo la strada principale, questa volta da nord verso sud. Procedeva lentamente, coi finestrini abbassati. I due agenti a bordo si guardavano attorno, attenti.
«Li ho notati anch'io, mister Clark», mormorò Dimitros Filippou, pulendosi la bocca col tovagliolo. Un gesto che ripeteva spesso, per nascondere il suo volto.
«Stia tranquillo. Finché siamo seduti qui fuori non possono vederci.» Clark sorseggiò quel che rimaneva della sua retsina, tranquillo. «Le è piaciuto il mangiare?»
Filippou calò un pugno sul tavolo, richiamando l'indesiderata attenzione della coppia che seduta alla loro destra. Il greco rivolse loro un'occhiata irritata, inducendoli a farsi i fatti loro, quindi si dedicò al suo commensale. «Piantiamola con questo cazzeggio. Fortress Europe mi ha promesso un'estrazione rapida e sicura, invece siamo qui da due ore, mentre la polizia di tutta Atene ci cerca.»
«Io l'ho fatta scappare dalla sua villa fortificata, a dispetto del servizio di sorveglianza e di tutto il resto. Mi ha visto all'opera, giusto? Crede che qualche bolso agente di periferia possa preoccuparmi?»
«Solo perché lei è un Super, non creda di poter fare tutto. I Caschi Blu che i contractors della Hypothetical Incorporated e Loxias hanno sbattuto fuori dalla Grecia potrebbero insegnarle qualcosa. Soprattutto Loxias.» Lo sguardo si Filippou si perse per un attimo in ricordi spiacevoli, che lo indussero di nuovo a pulirsi col tovagliolo. Il greco, vicedirettore dello EYP, il Servizio Nazionale per l'Informazione, era un cinquantenne tarchiato, capelli sale e pepe, occhi neri, lineamenti un po' grossolani. Sembrava più un manager di medio livello, che non un importante dirigente dell'intelligence greca.
«Il tempo di farti qualche domanda e chiuderò la missione, Dimitros. Posso darti del tu, vero?»
«Non era previsto uno scambio di informazioni in loco, mister Clark. Io non so nemmeno chi è lei. Conosco bene gli effettivi di Fortress Europe, compresi i patetici rimpiazzi assunti dopo la strage di Admiral City. Lei non è nei miei file.»
«Solo perché ho trascorso quindici anni in un carcere di massima sicurezza, a Marsiglia, Dimitros. Solo per quello.»
«Mi stai prendendo per il culo.»
Il Super sorrise. «Finalmente siamo passati al tu
«Brutto idiota, aborto della natura, smettila di trattarmi come una pedina. Qui sono io quello importante, non tu. Se non mi porti al sicuro ora, immediatamente, chiamerò Kedives e ti farò arrestare per sequestro. In fondo è ciò che abbiamo inscenato, no? Quindi mi basta poco per cambiare le carte in tavola.»
Filippou fece per prendere il BlackBerry appoggiato davanti a sé. Clark gli bloccò il polso, stringendolo con forza. «Sai perché mi chiamano così, e non con qualche stupido pseudonimo da ragazzo in calzamaglia?»
«Così come», replicò Dimitros, spaventato. «Clark?»
«Esatto. Il perché è presto detto: assomiglio all'attore di Via col Vento. Non trovi anche tu?»
«A Gable? L'ho notato subito. Ma ora che c'entra...»
«Ho anche più o meno la stessa età di Gable, anche se il mio nome una volta era diverso. Sono nato a Bruges nel 1904. Sono sopravvissuto a due guerre mondiali, alla Guerra Fredda e molte altre cazzate. Se pensi di essere in grado di spaventarmi, tu, piccolo burocrate doppiogiochista, evidentemente non sai con chi hai a che fare.» Lo lasciò andare.
Filippou si ritrasse sulla sedia, impressionato. Si versò dell'acqua e la trangugiò. «Bene, e sia. Chiedimi quello che vuoi, purché questa farsa finisca presto.»
«Le informazioni che vuoi vendere a Fortress Europe e all'Europol sono le stesse contenute nella chiavetta dati che hai in tasca?»
Il greco aprì la bocca per negare, ma poi intuì che sarebbe stato inutile. Prese la chiave USB dalla tasca della giacca e la posò sul tavolo. «Non c'è tutto. Alcune cose sono solo qui.» Si toccò la tempia.
«Nemmeno tu sai granché sulla Hypothetical Incorporated, vero? Loro sono venuti, hanno di fatto comprato questo paese, piazzando al governo voi altri, mediocri funzionari di una delle tante amministrazioni che hanno trascinato la Grecia al lastrico.»
«Non ti permetto di...»
«Hai ragione, non importa. Rispondi solo alle mie domande: cosa ne sai del progetto superumano di Kedives?»
«Nulla di specifico. Il Primo Ministro Kedives, in qualità di proprietario della Hypothetical, non ha mai condiviso granché con noi esterni alla sua società.»
«Sai se nel suo staff ristretto c'è uno scienziato americano?»
«Ce ne sono parecchi.»
«Spencer Grant?», specificò Clark.
Filippou si rabbuiò. «Un freddo figlio di puttana. Non conosco le sue competenze specifiche, ma fa parte importante del team ristretto che si è occupato della creazione di Loxias.»
«Perché Loxias è stato creato?»
«Così ci è stato detto, anche se il popolino tende a immaginarlo come a una reincarnazione del Dio Apollo.» Dimitros ridacchiò, mostrando disprezzo per le persone che in teoria avrebbe dovuto proteggere e servire.
«Ce ne sono altri, vero? Meno potenti di Loxias, ma comunque pericolosi.»
«Altri Super? Sì.»
Clark annuì. Era una conferma non necessaria, ma comunque utile. Si lisciò i baffetti, pensieroso. «Il paese è pacificato. La nuova politica economica di Kedives, che guarda ai suoi amici, verso est, promette tempi migliori per la Grecia, almeno a livello di stabilità finanziaria. A che vi servono altri Super?»
«Nel caso l'Unione Europea decidesse di intervenire per restituire la democrazia al popolo», affermò Filippou, in tono secco.
«Menti.»
«Ne parlerò coi tuoi superiori, non con te. Non con un gregario.»
«Senza di me non andrai da nessuna parte.»
«I patti...»
«Sono cambiati.»
Il greco si mosse a disagio sulla sedia. «Progettano un intervento armato, extraterritoriale.»
Clark drizzò le orecchie. «Che genere di intervento armato?»
«Non del genere che viene discusso con noi esterni. Tutto ciò che conosco l'ho appreso a mio rischio e pericolo. Sapendo che prima o poi mi sarei venduto a qualcuno più sano di mente rispetto a Kedives.»
«Che buon cuore», ironizzò Clark. «Che altro hai scoperto? Quali sono le mire della Hypothetical Incorporated?»
Filippou tormentò ancora il tovagliolo, ma alla fine rispose. «L'Europa, credo.»
«I tuoi padroni non sono terroristi, bensì imprenditori. Mi vuoi far credere che manderanno in giro i loro Super a compiere attentati suicidi? Per quale motivo? Destabilizzazione?»
«Potere. Fuori dalla Grecia c'è chi comincia a guardare con simpatia a quanto è successo qui. La ricetta alla crisi mondiale? Un piano economico nuovo di zecca, gestito da dei geniali visionari. E se serviranno le maniere forti per smantellare il vecchio sistema plutocratico... beh che problema c'è?»
«Conoscevo due tizi che facevano discorsi del genere, negli anni Trenta.»
«Sei fuori strada. Le ideologie del passato non rappresentano nemmeno un po' l'utopia di Kedives.»
«Tu lo credi. E comunque non importa.» Clark afferrò la chiavetta dati e la fece sparire nella tasca della sua giacchetta di lino. «Ora andiamocene.»



Passeggiarono lungo la battigia, verso sud, dove la spiaggia confluiva verso l'area periferica del comune di Glifada, facente parte della suddivisione amministrativa di Atene Meridionale.
Vista l'ora non c'era molta gente in giro. I turisti erano perlopiù di una certa età, francesi o inglesi, più qualche italiano. Erano persone che non badavano al consiglio diffuso dai loro governi, ossia di non recarsi in Grecia, non da quando quel paese era entrato nella lista degli stati canaglia. Dal canto suo il Primo Ministro Kedives non aveva affatto chiuso al turismo, affermando che lui non era nemico degli europei, bensì di chi li comandava.
Di tedeschi tuttavia non se ne vedevano da settimane. Avevano paura dell'accoglienza che i greci potevano riservare loro, dopo anni in cui il governo di Berlino li aveva costretti a patire stenti e vessazioni, per colpa della Crisi. In compenso si vedevano sempre più spesso russi, kazaki e azeri, rappresentati del ceto benestante dei rispettivi paesi.
Clark e Dimitros passavano inosservati, confondendosi tra i turisti, che parlavano una gran varietà di lingue, tranne il greco. Raggiunsero il punto più distante della spiaggia, dove il panorama del lungomare non era più occupato da locali di lusso, ristoranti e negozi, bensì da condomini e vecchie case, appartenenti all'epoca in cui Glifada non era ancora uno dei quartieri-bene di Atene.
Attraversarono la strada. Clark condusse Filippou dietro a un tozzo edificio in muratura, che poteva avere quasi un secolo di vita, forse di più. Si addentrarono in un rione altrettanto vecchio, che mostrava ancora i segni degli anni di miseria che avevano portato la Grecia al fallimento e al commissariamento. Finestre chiuse, cartelli di Vendesi lasciati ad arrugginire sulle porte, insegne scolorite di alberghetti mai più riaperti: tutto trasmetteva un senso di abbandono. Non si vedeva nessuno in giro, se non qualche gatto randagio.
«Dove stiamo andando?», bofonchiò Dimitros, stanco di camminare. «L'estrazione avverrà in questo letamaio?»
Clark non rispose. Passò sotto la serranda alzata per metà di una locanda, fuori attività da chissà quanto tempo. Il greco lo seguì, attento a non strapparsi la giacca contro il metallo rugginoso.
L'interno era spoglio e misero, senza più mobilio né altro. Ben diverso dalle strutture di lusso della vicina Glifada. Il Super sapeva che tutto faceva parte dell'opera di maquillage messa in atto dal nuovo governo. Spazzare la polvere sotto il tappeto e mostrare efficienza là, dove il mondo esterno era solito guardare.
«Ora basta», esclamò Filippou. «Io di qui non mi muovo, se non per lasciare il paese.»
Clark scattò all'improvviso e lo afferrò al collo, spingendolo contro il muro. Lo sollevò da terra senza sforzo, aumentando pian piano la presa con le dita d'acciaio, nascoste sotto lo strato di pelle trapiantata. I suoi occhi brillarono di rosso, come succedeva ogni volta che aumentava l'emissione di Teleforce del nucleo centrale. Un piccolo difetto di fabbricazione che risaliva al progetto originario di suo padre, il professor George Moore, a cui stranamente nessuno era riuscito mai a porre rimedio. Nemmeno gli scienziati tedeschi di Fortress Europe, che pure lo avevano esaminato e messo a punto, prima di offrirgli quella missione. La realtà è che nessuno era ancora riuscito a scoprire il segreto della sua creazione.
«Cosa... cosa sei... maledetto?», riuscì a balbettare Dimitros, mentre soffocava sbavando.
«Mi spiace, per te non ci sarà nessuna estrazione.» Clark aumentò la stretta e con uno schiocco secco spezzò il collo al greco, depositando poi in un angolo buio della stanza. Lo troveranno per primi i ratti, calcolò.
Ignorando il cadavere si rigirò tra le dita la chiavetta USB. Mentre camminavano l'aveva già scansionata da cima a fondo grazie al lettore tattile, esaminandone i dati. Il codice cifrato di protezione, software militare obsoleto di qualche anno, non gli aveva dato particolari problemi. Ora aveva parecchie informazioni preziose, e almeno tre o quattro idee alternative su come utilizzarle.
C'era una cosa che Dimitros Filippou non gli aveva detto, documentandolo però sui file che aveva con sé. Gli americani avevano infiltrato dei loro agenti, dei Super, ad Atene. Secondo gli agenti dell'EYP, che lavoravano rubando dati all'intelligence alle loro controparti dell'Hypothetical Incorporated, non era da escludere il tentativo di un colpo di stato manovrato dallo START, e appoggiato dalle opposizioni al regime di Kedives.
Clark intascò la chiavetta. Interessante, rifletté. Gli yankee pensano a golpe qui, proprio mentre la Hypothetical progetta di fare qualcosa di simile nel cuore dell'Europa. Ci sarà da divertirsi.
Ora doveva soltanto di scegliere da che parte stare. Considerando come lo avevano trattato i tirapiedi di Fortress Europe negli ultimi quindici anni, qualche dubbio lo aveva.
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Impaginazione a cura di eBookAndBook
Grafica a cura di Giordano Efrodini

24 commenti:

  1. *O*
    L' unico commento che riesco a fare ora...

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  2. Molto molto bene, una di quelle situazioni davvero intricate sisi. Ragazzi dai che con Nativity si decidono le sorti della Crisi! :D

    Complimenti Alex!

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  3. Ahh bell'inizio :) Curiosità a mille per questa nuova stagione! Grande Ale!

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  4. La situazione pare promettente.
    Un bell'inizio.

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  5. Questo si chiama, in gergo tecnico, cominciare con il botto. :-) Grande Alex!

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  6. Si ricomincia alla grande! Bravo Alex, nessuno avrebbe pensato a un Super con il volto di Clark Gable. :)

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  7. Grazie a tutti :)

    Domani sul mio blog troverete un po' di dietro le quinte e il making of. Così si potrà ragionare ancor meglio sulla storia che sta nascendo ;)

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  8. Spettacolare inizio delle danze, ne vedremo di bellissime. Intanto ho già qualche idea sulle immagini di repertorio da realizzare per Clark, mi è di ispirazione.

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  9. Davvero un bel capitolo apripista, sono curioso di leggere il seguito.

    Volevo solo far notare una cosa.
    Qui:

    "Erano persone che non badavano al consiglio diffuso dai loro governi, ossia di non recarsi in Grecia, non da quando quel paese entrato nella lista degli stati canaglia."

    manca un "era" prima di entrato :)

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  10. Ottimo inizio! :D
    Ci sarà di che divertirsi, lo sento!

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  11. Ummm... c'è già un bel po' di ciccia sul fuoco... [rumore di dita che scrocchiano davanti alla testiera] Bell'inizio!

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  12. Ottimo inizio!
    Ispira molto...ho già qualche idea! Certo che ci sono bei mostri a scrivere i capitoli prima del mio... Chissà che tireranno fuori! La stagione promette benissimo, l'ambientazione è bellissima... Dai dai dai! :D

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  13. Okay, quindi, Clark ha fatto il doppio gioco? facendo credere a Fortress Europe di agire per loro? Quindi ha ucciso Filipou e rubato la USB.
    Cosa sia Clark non lo sappiamo.
    Okay, vediamo gli sviluppi.

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  14. Dopo aver fatto il lettore silente della season one, ho deciso di essere più attivo questa volta, commentando capitolo per capitolo.
    Devo dire che l'inizio è sfizioso assai... se il risultato finale varrà anche solo la metà della prima stagione (ma tutti i presupposti dicono che varrà almeno il doppio), sarà una bomba! =)

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  15. Un bell'inizio! Diritti in Grecia, al cuore del problema.
    (Sì, mi sto mettendo in pari adesso...)

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  16. Lo so, arrivo lungo... ma Clark... :O
    Ecco, tutto quello che riesco a dire...

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