sabato 17 novembre 2012

And the winner is...



Ottimi riscontri, soprattutto in termini di lettori e di visite, per il mini-contest lanciato questa settimana qui, sul sito ufficiale di Due Minuti a Mezzanotte.
Letti tutti i contributi pubblicati, come da regolarmento, nel bando proposto martedì, il Gran Consiglio dei Dieci Assenti ha decretato il vincitore: Massimo Bencivenga, autore della scena tagliata del capitolo 24.
A lui va il buono Amazon da 5 euro e il plauso convinto della giuria.
Riportiamo qui sotto il contributo che ha trionfato nel contest, promettendovi che, visto il successo di questo primo piccolo concorso, torneremo presto a proporvene altri.

SCENA TAGLIATA DEL CAPITOLO 24
di Massimo Bencivenga

22 Aprile 2013
Periferia di Il Cairo, 13.10 ora locale

Il vento caldo che le alitava in faccia non rendeva meno scomposto l’incedere eretto, sicuro e calmo del Lieutenant commander dell’USN Melissa J. Laveau. Fendeva lo spazio tra sé e il magazzino scelto per il rendez-vous con la postura che le avevano inculcato in Marina e con il sangue freddo di chi ha portato a termine troppo operazioni bagnate. Era seguita da quattro Seal e da un telepate, gli occhi guizzavano alla ricerca di qualche elemento fuori posto, ma vedeva solo quattro uomini e un sarcofago. In attesa.
«E’ lì?» disse Laveau in un russo quasi perfetto.
«Sì», rispose sorpreso l’uomo che il rapporto fornito a Melissa identificava come Ivan Arkadyevich Suvorov, uomo del SVR (Služba Vnešnej Razvedki) russo.
«Possiamo andare? Non è salutare restare a lungo qui» disse in inglese Ayman Soliman, padrone di casa e agente Cia in Egitto.
Laveau fece un cenno ai Seal. I militari, aiutati nell’operazione dagli uomini di Soliman, sollevarono il sarcofago in titanio, impreziosito da scritte in arabo e dalla raffigurazione stilizzata di un rapace, e fecero dietrofront verso la sagoma controluce del velocissimo bombardiere stealth di ultima generazione. Melissa, Ivan e Ayman li seguirono.
«Ma lo sa che somiglia a quell’attrice…» disse Ivan
«Se si riferisce a Catherine Zeta-Jones si metta in fila, me lo dicono tutti. Anche Anja è molto bella.» Il riferimento alla sua amante abituale fece aggrottare le ciglia a Ivan. La Cia è sempre brava con i segreti si disse.
«Non è curiosa di sapere come ho fatto a operare lo scambio sotto il naso dei Canopi di Ghaly?»
Silenzio.
«Mi sa che Ghaly non potrà godersi appieno la sorpresa.»
Le ultime parole incuriosirono Laveau.
«Cosa intende dire?»
«Che non gli ho sottratto solo l’arma non convenzionale; gli ho lasciato anche un ricordino.» Ivan tirò dalla tasca un panetto. Plastico.
«Sono un uomo dai molti talenti.»
Il sarcofago fu inghiottito dal bombardiere, il penultimo a entrare fu Soliman, che si girò un’ultima volta a guardare il suo Egitto.

Mezz’ora dopo, Laveau si avvicinò al sarcofago. Il telepate era lì, con la fronte imperlata dal sudore.
«Vuole vederla?»
«Sì.»
L’uomo compose un numero sul tastierino, la parte superiore del sarcofago divenne trasparente e Melissa si trovò di fronte a un odio ancestrale.
«Chiuda.»
«Faccio fatica a controllarla.»
«E’ ora di far rapporto. » Non chiamò un superiore, ma un Super.
«Yell, tutto ok. La scarico dove convenuto.»
«Non avrai rogne?»
«Mi hanno detto la periferia di Admiral City, senza specificare dove. Isabelle è un po’ cambiata. Yell, fammi un favore: ammazza anche Romney.»
«Contaci.»
Se Rebel Yell sapesse il ruolo che ho svolto all’interno dell’imbroglio ordito per scalzare Obama…

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