lunedì 24 dicembre 2012

I Regali di Natale di 2MM


Auguri, cari lettori di Due Minuti a Mezzanotte!
Per questo Natale, qualche regalino è infine arrivato anche dal mondo parallelo dove abitano i nostri amati Super.
Prima di tutto vi segnaliamo l'uscita della preview di un nuovo spin-off, B-Team, scritto a due mani da Alessandro Girola e Germano M.
Verrà pubblicato a inizio 2013, ma al momento potete già scaricare gratuitamente i primi due capitoli dai blog dei rispettivi autori, qui e qui.
Sempre dall'ideatore di 2MM potete scaricare il racconto Quando Sibir sconfisse il Natale, di circa 3000 parole.
Nel caso ve lo foste persi, recuperate il racconto in due puntate, Fra le rovine di Admiral City, scritto da Davide Mana. Dove si può leggerlo? Facile: ecco il capitolo uno, e a seguire il capitolo due.
Per ora è tutto.
Di nuovo Buon Natale a tutti. Ci si rivede da queste parti il due gennaio 2013, mi raccomando!

martedì 18 dicembre 2012

L'Ebook di Due Minuti a Mezzanotte



Visto che c'è ancora un po' di confusione tra alcuni di voi lettori, ci preme ribadire che l'ebook della Round Robin Due Minuti a Mezzanotte è già disponibile per il download gratuito.
Si tratta di un duplice file, ePub e Mobi, che contiene tutti i 34 capitoli, senza editing né cambiamenti di sorta.
In pratica è la storia di 2MM, così come l'avete letta in questi otto mesi, ma raccolta in un unico, pratico ebook, con tanto di utili appendici.
I link per scaricarlo sono questi:


Niente versione PDF, perché il PDF non è un vero ebook ;)
Colgo l'occasione per ringraziare nuovamente Matteo Poropat, che si è occupato dell'impaginazione settimanale dell'ebook e di tanti altri aspetti relativi a 2MM.
Buona lettura! (again)

martedì 11 dicembre 2012

Capitolo 34 (di Angelo Benuzzi)



Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:00

Ammit si rialzò, l’impulso cieco della fame sopraffatto da una nuova sensazione. Tremava tutta, sussulti sempre più violenti che sembravano poterla smembrare da un momento all’altro. Attorno a lei si diffuse una vibrazione, una nota cupa a limite degli infrasuoni. Un punto luminosissimo, azzurro-bianco, si manifestò all’altezza del suo petto. I residui di consapevolezza di Isabelle, il nucleo di istinti che costituivano l’identità di Ammit morirono in quel momento, annientati dalla luce insostenibile della Teleforce.
L’energia assorbita aveva raggiunto la massa critica, oltre al limite sostenibile per un essere umano, oltre alle possibilità di un qualsiasi essere vivente basato sulla chimica del carbonio. In pochi secondi il punto si espanse fino a saturare la forma-Ammit e cominciò a crescere. Mentre cresceva, un metro alla volta, la nuova creatura diventò cosciente. Prima di sé, poi dell’ambiente che la circondava. Arrivata a trenta metri di altezza, con una forma che ancora assomigliava a quella umana, la creatura si guardò attorno, cercando altri come lei. La sua visuale spaziava dall’ultravioletto all’infrarosso, mettendo in evidenza la presenza di Teleforce. In un sussulto di volontà espanse ancora la sua coscienza, arrivando ad abbracciare tutto il pianeta e spingendosi fino alle fasce di Van Allen.
Sola. Non aveva pari. Levò verso il cielo le sue appendici superiori ed estese filamenti azzurri in tutte le direzioni, pronta a collegarsi a tutte le sorgenti di Teleforce per riassorbirle dentro di sé.

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:05

Eric Meson era sotto choc. In tutti i suoi anni da super aveva visto di tutto, era stato testimone e spesso causa di innumerevoli morti. Il flare di Teleforce di poco prima lo aveva lasciato scosso, sembrava aver portato via la sua capacità di concentrarsi e di controllare la sua armatura. In più si era abituato ad essere l’arma finale, il risolutore delle crisi peggiori. Eppure quella cosa, Ammit, aveva praticamente ignorato i suoi colpi e ora… ora era diventata qualcosa che Uranium non riusciva a comprendere. Dopo tanti anni Meson riscoprì cosa volesse dire avere paura. Libby scomparsa insieme a Mezzanotte, American Dream fatto a pezzi, tutti gli altri... e sentire dentro di sé la pressione del proprio potere cambiare.
«Eric? Uranium? Mi senti? Riesci a sentirmi?»
Lontana, la voce di Rushmore alla radio era troppo lontana. Meson crollò a sedere, incapace di continuare a combattere.

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:10

«Rushmore, sto ascoltando la mente di Uranium. E’ nel panico, dobbiamo fare qualcosa alla svelta.»
«Non sai neppure quanto alla svelta,» Rushmore fissava due schermi del centro di controllo «i livelli di potenza di quella cosa sono completamente fuori scala e come se non bastasse da Washington è arrivato l’ordine di lancio. Lo vedi quello?» Indicò la sagoma nera di un sommergibile, appena emerso nell’oceano a duecento chilometri da Admiral City «Ecco la risposta del Presidente a tutti i problemi. SSBN-742, il Wyoming.»
Scanner lesse il resto nella mente dell’amico. Armi nucleari, missili MIRV multi testata. Romney aveva deciso di sacrificare Admiral City per fermare la nuova minaccia. No. Non glielo avrebbe permesso.
«Rushmore, mi occupo io del Wyoming. Tu aiuta Eric, possiamo ancora farcela!»
Scanner si distese a terra e proiettò la sua mente verso i quindici ufficiali del sommergibile. Doveva guadagnare tempo.

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:10

La creatura aveva raggiunto la sua piena estensione, era intimamente connessa con ogni traccia di Teleforce sulla superficie del pianeta e si era spinta fino a grande profondità nella crosta terrestre nella sua ricerca. Era tempo di raccogliere, di riunire il tutto per crescere ancora e raggiungere così la sorgente dell’energia, in un altro strato della realtà.

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:55

Rushmore aveva preso il controllo dell’armatura di Uranium, allontanandolo dalle immediate vicinanze della Salazar Tower. Eric continuava a non voler rispondere ai suoi appelli via radio e i livelli di radiazioni che emetteva stavano diventando preoccupanti. Le videocamere dell’armatura mostravano la creatura nella sua piena estensione e quei sottili filamenti che finivano con il perdersi negli strati alti dell’atmosfera lo preoccupavano. Allo stesso tempo seguiva i risultati dell’operato di Scanner; il telepate aveva avuto un’idea geniale. Sapendo che il protocollo del lancio di armi nucleari richiedeva la conferma dei codici da parte di due ufficiali a bordo aveva confuso sia il ricordo che la percezione di due cifre del codice, rendendolo così diverso per tutti e quindici gli ufficiali. Il comandante stava inviando messaggi sempre più confusi alla base di Groton. Improvvisamente lo schermo del controllo dell’armatura si bloccò, la scritta MANUAL OVERRIDE a lampeggiare in rosso.

Pentagon War Room
Washington, D.C.
23 Aprile 2013
Ore 00:16:00

Il presidente Romney era passato, insieme a tutto il suo staff, nella War Room sotterranea del Pentagono dove aveva trovato ad attenderlo i Segretari di Stato e della Difesa. Altri membri del governo, insieme al vice presidente Ryan, erano in volo verso il comando del NORAD. L’intero sistema militare americano era passato in Defcon-1. I principali leader mondiali stavano seguendo al situazione, ognuno seguendo i suoi piani di emergenza. Se la situazione a Puerto Rico fosse sfuggita di mano Romney era disposto a farla bombardare sia dai russi che dai cinesi, la verità non sarebbe mai arrivata all’opinione pubblica.
«Signor Presidente, il Wyoming è in posizione di lancio.»
«Perché non ha già sparato quei maledetti missili? Ho dato l’ordine esecutivo un quarto d’ora fa!»
«Signore, pare che ci siamo dei problemi con i codici di lancio. Stiamo attivando un secondo sommergibile ma ci vorrà ancora qualche tempo. Il Rhode Island sarà pronto al lancio tra undici minuti.»
«Va bene! Massa di incapaci, mi domando come avete sprecato i miliardi che costate ogni anno!»

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:16:00

Eric Meson aveva ritrovato se stesso. Aveva accettato di poter morire, di cadere come American Dream. Con un sussurro attivò la configurazione più estrema dell’armatura, ignorando una volta di più la voce concitata di Rushmore. Puntò entrambe le mani verso la creatura e chiuse gli occhi, lasciando che tutto il suo dolore, la sua rabbia e la sua frustrazione avessero la meglio sui condizionamenti che aveva appreso negli anni. Una volta Rushmore gli aveva detto di non essere in grado di calcolare a che livello di potenza potesse arrivare, era arrivato il momento di scoprirlo. L’aria attorno a lui iniziò a ionizzarsi, le sue mani a brillare di una luce verdeblu ultraterrena. I contatori Geiger dell’armatura andarono dritti fuori scala.

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:16:05

La creatura cominciò ad evocare a sé il potere della Teleforce, attivando tutte le propaggini che aveva diffuso per il pianeta. In tutto il mondo i super umani sentirono improvvisamente un dolore acutissimo, un gelo terribile scendere nel profondo delle loro anime. In Giappone, in California, nelle Filippine, in Turchia, in Iran e in Cile iniziarono a prodursi scosse di terremoto. Quando il dolore arrivò alla mente di Uranium la reazione fu il rilascio della sua piena potenza.
Raggi gamma. Un fascio di energia erogato poco sotto la velocità della luce a una potenza devastante, petajoule concentrati su un’area ristrettissima. La creatura cercò di assorbire l’onda di energia, per una frazione di secondo passò dal blu a un bianco accecante, crescendo enormemente di statura quasi potesse lanciarsi verso la stratosfera. Poi la materia che la componeva collassò. Da neutroni, protoni ed elettroni fino a degradare in adroni, mesoni e barioni, fino a dissolversi del tutto. Il suo urlo di morte riecheggiò dalle frequenze radio fino agli ultravioletti mentre le particelle elementari che l’avevano composta venivano scagliate oltre gli strati superiori dell’atmosfera fino ad impattare con le fasce di Van Allen.
Per un brevissimo istante la Terra brillò di luce propria, un lampo azzurro-bianco.
Per lo stesso istante, nella mente di tutti i super del mondo arrivò un frammento della consapevolezza della creatura.

Pentagon War Room
Washington, D.C.
23 Aprile 2013
Ore 00:17:00

«Signor Presidente, novità da Admiral City. I satelliti hanno registrato un evento anomalo e ora quella creatura sembra essere svanita. Livelli di Teleforce poco sopra la norma, la radioattività ambientale ha avuto un picco fuori scala ma ora sembra essere ritornata allo standard.»
Romney non rispose, lo sguardo fisso sullo schermo principale. Il centro di Admiral City ripreso dall’orbita bassa.
«Signore, siamo a T meno dieci minuti per il lancio dal Rhode Island. Il Wyoming ha ripreso l’operatività ed è a T meno tre minuti. Signore? Proseguiamo con i lanci?»
«No.» La voce del Presidente era bassissima. «Annullare. Passiamo a Defcon-2.»

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:18:00

Rebel Yell faticava a tenere gli occhi aperti, il dolore alle tempie era quasi insopportabile. Attorno a lui il resto degli Old Timers si stava rialzando lentamente. C’era un silenzio surreale. Mosse qualche passo incerto, rischiando di inciampare sulle macerie. Nessuna traccia della creatura, sembrava non si muovesse nulla in tutta la zona. Rinfoderò le pistole.
«E’ finita.» Persino la sua voce aveva un eco strano.
«Che si fa ora?» Anche Shock to the System era riuscito ad alzarsi e si guardava attorno spaesato.
«Che facciamo? Ci diamo da fare.» Rebel si stava riprendendo.«Prima che arrivi la Guardia Nazionale passeranno parecchie ore, ci sono sicuramente moltissime persone che hanno bisogno di aiuto. Tiratevi su, forza!»
Poco lontano anche Stakanov e Musashi si erano rimessi in piedi. Il russo stava aiutando Boner a mettersi a sedere. Brawler e Sniper erano rimasti al suolo, apparentemente non operativi.  

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:18:00

Rushmore si era ripreso, aveva controllato le condizioni di Scanner che era ancora incosciente. Metà della strumentazione era partita ma lo schermo con la telemetria dell’armatura di Eric era ancora acceso. SYSTEM FAULT. Nessun dato dalle telecamere o dai sensori, persino il localizzatore GPS era andato. Mentre si dava da fare per riattivare più sistemi possibile teneva d’occhio le comunicazioni del Wyoming, fu un vero sollievo vederlo iniziare le manovre di allontanamento.
Altri schermi inquadravano porzioni diverse di Admiral City, zone in cui erano stati localizzati i Triari. Erano tutti a terra, apparentemente morti. Rushmore continuò a darsi da fare, cercando di costringere la sua mente lontano dal dolore. American Dream fatto a pezzi, Libby dispersa, Uranium probabilmente annientato, tutti gli altri…

Mar dei Caraibi
30 miglia a Nord di Puerto Bolivar, Colombia
Ore 00:18:00

Lady Liberty riprese conoscenza, spossata oltre ogni sua precedente esperienza. Attorno a lei c’erano tre persone, sconosciuti che la fissavano con aria preoccupata.
«Dove… dove sono?»
Le rispose il più giovane, in un inglese fortemente accentato.
«Sulla Madre de Dios signora, questo è un peschereccio. L’abbiamo vista venire giù dal cielo.»
Le tornò tutto alla mente, sequenze tanto dolorose quanto nitide. Doveva capire cosa era successo.
«Avete una radio? Un telefono satellitare?»

Pentagon War Room
Washington, D.C.
23 Aprile 2013
Ore 00:32:00

Il Presidente Romney era passato nella sala videoconferenze, da solo. Dai monitor lo fissavano Vladimir Putin, Hu Jintao e Manmohan Singh.
«Signori, possiamo dirci soddisfatti. Alla fine siamo riusciti a fermare Salazar e a disfarci di parecchi super umani. Stiamo già provvedendo a confiscare tutte le proprietà e le strutture delle Salazar Industries in territorio americano, immagino stiate facendo lo stesso nei vostri paesi.»
Cenni di assenso, sorrisi tirati. Fu Putin a rispondere.
«Come farà con la stampa? La decisione di bombardare Admiral City verrà fuori prima o poi, le sarà difficile rimanere in carica.»
Mitt Romney si versò da bere, alla faccia dei precetti mormoni. C’erano momenti in cui due dita di Bourbon era necessarie.
«Ci penserà Paul Ryan, il mio vice. Io continuerò il nostro lavoro da fuori. Scaricheremo tutte le responsabilità sui super e su Salazar.»
Alzò il bicchiere verso i capi di stato, un muto brindisi.
«Ho fatto quello che dovevo, la storia me ne renderà merito.»

Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:55:00

Fu Stakanov a trovare Uranium, sul tetto di un palazzo vicino ai resti della Salazar Tower. L’armatura era annerita, la postura fetale. Il russo trovò un pannello di emergenza sul dorso, lo aprì a forza. All’interno un unico led verde pulsava debolmente.
«невероятный, è un miracolo.» Pensò Stakanov. «Quest’uomo è davvero difficile da uccidere.»      


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Scarica Due minuti a Mezzanotte in formato ePub o in formato Mobi aggiornato di settimana in settimana! (Impaginato da Matteo Poropat)

martedì 4 dicembre 2012

Capitolo 33 (di Fra Moretta)



Admiral City
Attico del Crown Plaza
23 Aprile 20
13
Ore 00.10
Terminato il suo banchetto Isabelle iniziò nuovamente a fiutare l’aria cercando il suo nutrimento. Per quanto sostanzioso l’ultimo pasto non ne aveva saziato la  fame anzi quest’ultima era accresciuta. Finalmente sentì una traccia, anzi più di una, e pregustando il banchetto iniziò a muoversi.

Admiral City
Sopra le macerie della Salazar Tower
23 Aprile 2013
Ore 00.12

Eddie si sentiva confuso. Ricordava chiaramente di aver usato i suoi poteri per ascendere verso la cima dell’albero intenzionato ad  uccidere Salazar e Mezzanotte ma, prima che potesse farlo, la Super chiamata Lady Liberty li aveva attaccati, rompendo il campo di forza che li sosteneva. Salazar era precipitato al suolo spappolandosi come un pomodoro mentre Lady Liberty era riuscita in qualche modo a uccidere Mezzanotte privandolo della sua vendetta. Ora il ragazzo si domandava cosa fare: se fosse tornato a terra l’incapacità di controllare il suo potere avrebbe potuto far del male a qualcun altro come era successo con Boner. Mentre si interrogava sul da farsi qualcosa nei pressi delle rovine della Salazar Tower attirò la sua attenzione.

Admiral City
Presso le macerie della Salazar Tower
23 Aprile 2013
Ore 00.12

Boner osservava i resti di suo padre in preda ad una forte confusione: non sapeva se piangerne la morte oppure esultare per il fallimento del suo folle piano. Stava per toccarne il corpo incredula che un uomo che aveva vissuto per cosi tanti secoli avesse ceduto alla morte quando qualcosa attirò il suo sguardo. 
Qualcuno o meglio qualcosa, una figura macilenta si stava avvicinando verso lei e gli altri lentamente, poi improvvisamente scattò e rapidamente attaccò Stray, che era la più vicina del gruppo. La  ragazza cercò di difendersi respingendo la creatura con un colpo telecinetico ma quest’ultima, dopo essere stata scaraventata a terra, si rialzò come se nulla fossa e attacco di nuovo. Stray cercò di colpirla nuovamente ma si rese conto che qualcosa non andava. Si sentiva più debole come se il mostro assorbisse i suoi colpi. Isabelle sorrise mostrando le fauci insanguinate alla ragazza, che lentamente iniziò a cedere e in un attimo si trovo l’aggressore addosso. Prima che Boner e gli altri potessero fare qualcosa, Isabelle le affondò i denti nella gola iniziando a succhiarne il sangue caldo per poi mangiarla strappando bocconi di carne dalla spalla.
Disgustata da quello spettacolo, Boner iniziò a reagire formando attorno al suo corpo una corazza leggera d’osso e caricando Isabelle, che crollò insieme a lei a terra, dove senza darle il tempo di reagire  iniziò a tempestarla con i pugni dopo essersi fatta crescere l’ossatura delle nocche, fino a formare degli spuntoni.
Anche Dehydra partì all’attacco iniziando a prosciugare Isabelle dei liquidi per renderla più vulnerabile ai pugni dell’amica, mentre Uranium cercò di concentrarsi per spazzare via quell’abominio con un unico raggio di energia, dopo che le ragazze avessero terminato. Improvvisamente la situazione si ribaltò e con la rapidità di una lucertola Isabelle assestò un calcio a Boner, scrollandosela di dosso e  sventrò Dehydra con una zampata,  usandone il corpo per pararsi dai colpi di Uranium,  lanciandoglielo infine addosso e tramortendolo. Stava per avventarsi sull’eroe quando qualcuno le piombò addosso in modo simile ad American Dream, schiacciandola al suolo.
Prima che potesse rialzarsi il misterioso assalitore la costrinse a terra, rivelandosi come Eddie. Iniziò a rivoltarla come un guanto: la sua pelle si gonfiava lacerandosi mentre muschi e funghi crescevano sui muscoli e la carne, divorandola. Per un istante il ragazzo sembrò essere il vincitore, ma i tessuti di Isabelle iniziarono a ricrescere e guarire mentre Eddie cominciò a sentirsi più debole. La bestia si rialzò in piedi tenendo il ragazzo per il collo come una bambola, assorbendo sempre più energia da lui e cominciando a crescere, adattandosi così al nuovo carico di Teleforce che il suo organismo succhiava. Afferrò le braccia del ragazzo e le tirò a sé, aprendo in due Eddie come un pacchetto di patatine, lasciandone scivolare le interiora a terra. Avidamente si gettò su di esse, ingoiandole e lappando persino le chiazze di sangue sull’asfalto senza smettere di crescere di dimensioni.

Admiral City
Periferia
23 Aprile 2013
Ore 00.03

«Anche battendoci non otterreste nulla, il dado ormai è tratto e non è più possibile tornare indietro».
«Chi ti ha aiutato a montare questo teatrino, Ghaly?», ringhio Yell.
Con un sorriso di soddisfazione il canopo rispose: «Posso anche dirtelo ormai ha già fatto la sua parte e non mi è più di nessuna utilità. Quello sciocco di Romney si è impegnato ad assistermi tutto preso dalla sua fobia per quelli come noi.»
«E tu? Cosa ci guadagni tu da tutto questo?».
«Io? Io aspirò semplicemente alla grandezza. Ma ora basta parlare preparatevi a morire!»
Il Canopo si lanciò contro Yell cercando di colpirlo con un pugno mentre gli altri canopi si gettavano sugli Old Timers.
Mentre evitava i pugni del costrutto Yell urlò: «Eyes cerca di recidere il controllo di Toth dai suoi doppi, senza la sua volontà questi buffoni dovrebbero cadere come marionette senza fili».
«Ci sto provando Yell, ma non è facile. Il controllo di Ghaly sui suoi costrutti è molto forte», gli replicò Eyes Without a Face mentre i suoi compagni tenevano a bada gli altri canopi.
Yell evitò un altro pugno e colpì il canopo con un calcio allo stomaco, poi mirò alle ginocchia e fece fuoco. Il costrutto cade a terra con le ginocchia spappolate e stava per rialzarsi quando improvvisamente ogni forza lo abbandonò e cadde seguito a ruota dagli altri.
«Alla fine c’è l’ho fatta, Yell, ma è stata dura, senza la sua volontà sono solo dei cadaveri caldi», disse Eyes mentre, Shock e Sweet Sixteen lo sorreggevano.
«Peccato non poter risolvere così facilmente quello che ha combinato», disse amaramente Yell. «Ma se non possiamo salvare vite innocenti state sicuri che le vendicheremo».

Admiral City
Nel cielo sopra la Salazar Tower
23 Aprile 2013
Ore 00.14

Forse Stakanov avrebbe perdonato il suo compagno di ventura per averlo fatto arrivare in ritardo alla battaglia, perché da quel che vedeva il divertimento era tutt’altro che finito.
Si stavano avvicinando in volo alla Salazar Tower, trasportati dai Golem, e ai suoi occhi si presentava il seguente spettacolo: un albero gigantesco si ergeva al posto della Torre mentre una cosa enorme e orribile seminava il panico nelle strade. Qualcuno le volava attorno cercando di colpirla con fasci di energia. Musashi riconobbe Uranium.
«Dobbiamo cercare di aiutarlo», disse il samurai.
«Non devi ripetermelo due volte, Stakanov è sempre pronto!», disse il russo e sganciatosi dal Golem si preparò ad atterrare sul campo di battaglia.
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Scarica Due minuti a Mezzanotte in formato ePub o in formato Mobi aggiornato di settimana in settimana! (Impaginato da Matteo Poropat)