13 ottobre 2013, ore 1.15
p.m.
Glifada (Atene)
Grecia
Le acque del Golfo di
Saronico erano quiete. L'autunno non sembrava voler turbare il
susseguirsi di giornate tiepide e soleggiate, una vera benedizione
per quei turisti che seguitavano a recarsi in Grecia, nonostante
tutte le difficoltà sorte negli ultimi mesi.
Clark osservava la
spiaggia di Glifada, la Beverly Hills dell'Egeo. Dal ristorante in
cui lui e il suo compagno di fuga si trovavano, godevano di una
splendida vista sul mare. C'erano anziani a spasso sulla battigia,
podisti che sprintavano in entrambe le direzioni, addetti alla
pulizia che setacciavano la spiaggia in cerca di rifiuti.
Dal lato opposto, quello
che dava sul centro urbano vero e proprio, il traffico cittadino
viveva un momento di tregua, corrispondente all'ora di pranzo. Una
camionetta della polizia transitò per la seconda volta lungo la
strada principale, questa volta da nord verso sud. Procedeva
lentamente, coi finestrini abbassati. I due agenti a bordo si
guardavano attorno, attenti.
«Li ho notati anch'io,
mister Clark», mormorò Dimitros Filippou, pulendosi la bocca col
tovagliolo. Un gesto che ripeteva spesso, per nascondere il suo
volto.
«Stia tranquillo. Finché
siamo seduti qui fuori non possono vederci.» Clark sorseggiò quel
che rimaneva della sua retsina, tranquillo. «Le è piaciuto il
mangiare?»
Filippou calò un pugno
sul tavolo, richiamando l'indesiderata attenzione della coppia che
seduta alla loro destra. Il greco rivolse loro un'occhiata irritata,
inducendoli a farsi i fatti loro, quindi si dedicò al suo
commensale. «Piantiamola con questo cazzeggio. Fortress Europe mi ha
promesso un'estrazione rapida e sicura, invece siamo qui da due ore,
mentre la polizia di tutta Atene ci cerca.»
«Io l'ho fatta scappare
dalla sua villa fortificata, a dispetto del servizio di sorveglianza
e di tutto il resto. Mi ha visto all'opera, giusto? Crede che qualche
bolso agente di periferia possa preoccuparmi?»
«Solo perché lei è un
Super, non creda di poter fare tutto. I Caschi Blu che i contractors
della Hypothetical Incorporated e Loxias hanno sbattuto fuori dalla
Grecia potrebbero insegnarle qualcosa. Soprattutto Loxias.» Lo
sguardo si Filippou si perse per un attimo in ricordi spiacevoli, che
lo indussero di nuovo a pulirsi col tovagliolo. Il greco,
vicedirettore dello EYP, il Servizio Nazionale per l'Informazione,
era un cinquantenne tarchiato, capelli sale e pepe, occhi neri,
lineamenti un po' grossolani. Sembrava più un manager di medio
livello, che non un importante dirigente dell'intelligence greca.
«Il tempo di farti
qualche domanda e chiuderò la missione, Dimitros. Posso darti del
tu, vero?»
«Non era previsto uno
scambio di informazioni in loco, mister Clark. Io non so nemmeno chi
è lei. Conosco bene gli effettivi di Fortress Europe, compresi i
patetici rimpiazzi assunti dopo la strage di Admiral City. Lei non è
nei miei file.»
«Solo perché ho
trascorso quindici anni in un carcere di massima sicurezza, a
Marsiglia, Dimitros. Solo per quello.»
«Mi stai prendendo per
il culo.»
Il Super sorrise.
«Finalmente siamo passati al tu!»
«Brutto idiota, aborto
della natura, smettila di trattarmi come una pedina. Qui sono io
quello importante, non tu. Se non mi porti al sicuro ora,
immediatamente, chiamerò Kedives e ti farò arrestare per sequestro.
In fondo è ciò che abbiamo inscenato, no? Quindi mi basta poco per
cambiare le carte in tavola.»
Filippou fece per
prendere il BlackBerry appoggiato davanti a sé. Clark gli bloccò il
polso, stringendolo con forza. «Sai perché mi chiamano così, e non
con qualche stupido pseudonimo da ragazzo in calzamaglia?»
«Così come», replicò
Dimitros, spaventato. «Clark?»
«Esatto. Il perché è
presto detto: assomiglio all'attore di Via col Vento. Non
trovi anche tu?»
«A Gable? L'ho notato
subito. Ma ora che c'entra...»
«Ho anche più o meno la
stessa età di Gable, anche se il mio nome una volta era diverso.
Sono nato a Bruges nel 1904. Sono sopravvissuto a due guerre
mondiali, alla Guerra Fredda e molte altre cazzate. Se pensi di
essere in grado di spaventarmi, tu, piccolo burocrate
doppiogiochista, evidentemente non sai con chi hai a che fare.» Lo
lasciò andare.
Filippou si ritrasse
sulla sedia, impressionato. Si versò dell'acqua e la trangugiò.
«Bene, e sia. Chiedimi quello che vuoi, purché questa farsa finisca
presto.»
«Le informazioni che
vuoi vendere a Fortress Europe e all'Europol sono le stesse contenute
nella chiavetta dati che hai in tasca?»
Il greco aprì la bocca
per negare, ma poi intuì che sarebbe stato inutile. Prese la chiave
USB dalla tasca della giacca e la posò sul tavolo. «Non c'è tutto.
Alcune cose sono solo qui.» Si toccò la tempia.
«Nemmeno tu sai granché
sulla Hypothetical Incorporated, vero? Loro sono venuti, hanno di
fatto comprato questo paese, piazzando al governo voi altri,
mediocri funzionari di una delle tante amministrazioni che hanno
trascinato la Grecia al lastrico.»
«Non ti permetto di...»
«Hai ragione, non
importa. Rispondi solo alle mie domande: cosa ne sai del progetto
superumano di Kedives?»
«Nulla di specifico. Il
Primo Ministro Kedives, in qualità di proprietario della
Hypothetical, non ha mai condiviso granché con noi esterni alla sua
società.»
«Sai se nel suo staff
ristretto c'è uno scienziato americano?»
«Ce ne sono parecchi.»
«Spencer Grant?»,
specificò Clark.
Filippou si rabbuiò. «Un
freddo figlio di puttana. Non conosco le sue competenze specifiche,
ma fa parte importante del team ristretto che si è occupato della
creazione di Loxias.»
«Perché Loxias è stato
creato?»
«Così ci è stato
detto, anche se il popolino tende a immaginarlo come a una
reincarnazione del Dio Apollo.» Dimitros ridacchiò, mostrando
disprezzo per le persone che in teoria avrebbe dovuto proteggere e
servire.
«Ce ne sono altri, vero?
Meno potenti di Loxias, ma comunque pericolosi.»
«Altri Super? Sì.»
Clark annuì. Era una
conferma non necessaria, ma comunque utile. Si lisciò i baffetti,
pensieroso. «Il paese è pacificato. La nuova politica economica di
Kedives, che guarda ai suoi amici, verso est, promette tempi migliori
per la Grecia, almeno a livello di stabilità finanziaria. A che vi
servono altri Super?»
«Nel caso l'Unione
Europea decidesse di intervenire per restituire la democrazia al
popolo», affermò Filippou, in tono secco.
«Menti.»
«Ne parlerò coi tuoi
superiori, non con te. Non con un gregario.»
«Senza di me non andrai
da nessuna parte.»
«I patti...»
«Sono cambiati.»
Il greco si mosse a
disagio sulla sedia. «Progettano un intervento armato,
extraterritoriale.»
Clark drizzò le
orecchie. «Che genere di intervento armato?»
«Non del genere che
viene discusso con noi esterni. Tutto ciò che conosco l'ho appreso a
mio rischio e pericolo. Sapendo che prima o poi mi sarei venduto a
qualcuno più sano di mente rispetto a Kedives.»
«Che buon cuore»,
ironizzò Clark. «Che altro hai scoperto? Quali sono le mire della
Hypothetical Incorporated?»
Filippou tormentò ancora
il tovagliolo, ma alla fine rispose. «L'Europa, credo.»
«I tuoi padroni non sono
terroristi, bensì imprenditori. Mi vuoi far credere che manderanno
in giro i loro Super a compiere attentati suicidi? Per quale motivo?
Destabilizzazione?»
«Potere. Fuori dalla
Grecia c'è chi comincia a guardare con simpatia a quanto è successo
qui. La ricetta alla crisi mondiale? Un piano economico nuovo di
zecca, gestito da dei geniali visionari. E se serviranno le maniere
forti per smantellare il vecchio sistema plutocratico... beh che
problema c'è?»
«Conoscevo due tizi che
facevano discorsi del genere, negli anni Trenta.»
«Sei fuori strada. Le
ideologie del passato non rappresentano nemmeno un po' l'utopia di
Kedives.»
«Tu lo credi. E comunque
non importa.» Clark afferrò la chiavetta dati e la fece sparire
nella tasca della sua giacchetta di lino. «Ora andiamocene.»
Passeggiarono lungo la
battigia, verso sud, dove la spiaggia confluiva verso l'area
periferica del comune di Glifada, facente parte della suddivisione
amministrativa di Atene Meridionale.
Vista l'ora non c'era
molta gente in giro. I turisti erano perlopiù di una certa età,
francesi o inglesi, più qualche italiano. Erano persone che non
badavano al consiglio diffuso dai loro governi, ossia di non
recarsi in Grecia, non da quando quel paese era entrato nella lista degli
stati canaglia. Dal canto suo il Primo Ministro Kedives non aveva
affatto chiuso al turismo, affermando che lui non era nemico degli
europei, bensì di chi li comandava.
Di tedeschi tuttavia non
se ne vedevano da settimane. Avevano paura dell'accoglienza che i
greci potevano riservare loro, dopo anni in cui il governo di Berlino
li aveva costretti a patire stenti e vessazioni, per colpa della
Crisi. In compenso si vedevano sempre più spesso russi, kazaki e
azeri, rappresentati del ceto benestante dei rispettivi paesi.
Clark e Dimitros
passavano inosservati, confondendosi tra i turisti, che parlavano una
gran varietà di lingue, tranne il greco. Raggiunsero il punto più
distante della spiaggia, dove il panorama del lungomare non era più
occupato da locali di lusso, ristoranti e negozi, bensì da condomini
e vecchie case, appartenenti all'epoca in cui Glifada non era ancora
uno dei quartieri-bene di Atene.
Attraversarono la strada.
Clark condusse Filippou dietro a un tozzo edificio in muratura, che
poteva avere quasi un secolo di vita, forse di più. Si addentrarono
in un rione altrettanto vecchio, che mostrava ancora i segni degli
anni di miseria che avevano portato la Grecia al fallimento e al
commissariamento. Finestre chiuse, cartelli di Vendesi
lasciati ad arrugginire sulle porte, insegne scolorite di alberghetti
mai più riaperti: tutto trasmetteva un senso di abbandono. Non si
vedeva nessuno in giro, se non qualche gatto randagio.
«Dove stiamo andando?»,
bofonchiò Dimitros, stanco di camminare. «L'estrazione avverrà in
questo letamaio?»
Clark non rispose. Passò
sotto la serranda alzata per metà di una locanda, fuori attività da
chissà quanto tempo. Il greco lo seguì, attento a non strapparsi la
giacca contro il metallo rugginoso.
L'interno era spoglio e
misero, senza più mobilio né altro. Ben diverso dalle strutture di
lusso della vicina Glifada. Il Super sapeva che tutto faceva parte
dell'opera di maquillage messa in atto dal nuovo governo. Spazzare la
polvere sotto il tappeto e mostrare efficienza là, dove il mondo
esterno era solito guardare.
«Ora basta», esclamò
Filippou. «Io di qui non mi muovo, se non per lasciare il paese.»
Clark scattò
all'improvviso e lo afferrò al collo, spingendolo contro il muro. Lo
sollevò da terra senza sforzo, aumentando pian piano la presa con le
dita d'acciaio, nascoste sotto lo strato di pelle trapiantata. I suoi
occhi brillarono di rosso, come succedeva ogni volta che aumentava
l'emissione di Teleforce del nucleo centrale. Un piccolo difetto di
fabbricazione che risaliva al progetto originario di suo padre, il
professor George Moore, a cui stranamente nessuno era riuscito mai a
porre rimedio. Nemmeno gli scienziati tedeschi di Fortress Europe,
che pure lo avevano esaminato e messo a punto, prima di offrirgli
quella missione. La realtà è che nessuno era ancora riuscito a
scoprire il segreto della sua creazione.
«Cosa... cosa sei...
maledetto?», riuscì a balbettare Dimitros, mentre soffocava
sbavando.
«Mi spiace, per te non
ci sarà nessuna estrazione.» Clark aumentò la stretta e con uno
schiocco secco spezzò il collo al greco, depositando poi in un
angolo buio della stanza. Lo troveranno per primi i ratti,
calcolò.
Ignorando il cadavere si
rigirò tra le dita la chiavetta USB. Mentre camminavano l'aveva già
scansionata da cima a fondo grazie al lettore tattile, esaminandone i
dati. Il codice cifrato di protezione, software militare obsoleto di
qualche anno, non gli aveva dato particolari problemi. Ora aveva
parecchie informazioni preziose, e almeno tre o quattro idee
alternative su come utilizzarle.
C'era una cosa che
Dimitros Filippou non gli aveva detto, documentandolo però sui file
che aveva con sé. Gli americani avevano infiltrato dei loro agenti,
dei Super, ad Atene. Secondo gli agenti dell'EYP, che lavoravano
rubando dati all'intelligence alle loro controparti dell'Hypothetical
Incorporated, non era da escludere il tentativo di un colpo di stato
manovrato dallo START, e appoggiato dalle opposizioni al regime di
Kedives.
Clark intascò la
chiavetta. Interessante, rifletté. Gli yankee pensano a
golpe qui, proprio mentre la Hypothetical progetta di fare qualcosa
di simile nel cuore dell'Europa. Ci sarà da divertirsi.
Ora doveva soltanto di
scegliere da che parte stare. Considerando come lo avevano trattato i
tirapiedi di Fortress Europe negli ultimi quindici anni, qualche
dubbio lo aveva.
Scarica l'ebook in formato:
*O*
RispondiEliminaL' unico commento che riesco a fare ora...
Molto molto bene, una di quelle situazioni davvero intricate sisi. Ragazzi dai che con Nativity si decidono le sorti della Crisi! :D
RispondiEliminaComplimenti Alex!
Ahh bell'inizio :) Curiosità a mille per questa nuova stagione! Grande Ale!
RispondiEliminaLa situazione pare promettente.
RispondiEliminaUn bell'inizio.
Questo si chiama, in gergo tecnico, cominciare con il botto. :-) Grande Alex!
RispondiEliminaSi ricomincia alla grande! Bravo Alex, nessuno avrebbe pensato a un Super con il volto di Clark Gable. :)
RispondiEliminaGrazie a tutti :)
RispondiEliminaDomani sul mio blog troverete un po' di dietro le quinte e il making of. Così si potrà ragionare ancor meglio sulla storia che sta nascendo ;)
Spettacolare inizio delle danze, ne vedremo di bellissime. Intanto ho già qualche idea sulle immagini di repertorio da realizzare per Clark, mi è di ispirazione.
RispondiEliminaDavvero un bel capitolo apripista, sono curioso di leggere il seguito.
RispondiEliminaVolevo solo far notare una cosa.
Qui:
"Erano persone che non badavano al consiglio diffuso dai loro governi, ossia di non recarsi in Grecia, non da quando quel paese entrato nella lista degli stati canaglia."
manca un "era" prima di entrato :)
Correggo al volo, grazie ;)
Elimina*O*
RispondiEliminaEpica epicità :D
RispondiEliminaInizio spettacolare!
RispondiEliminaOttimo direi.
RispondiEliminaOttimo direi.
RispondiEliminaOttimo inizio! :D
RispondiEliminaCi sarà di che divertirsi, lo sento!
Ummm... c'è già un bel po' di ciccia sul fuoco... [rumore di dita che scrocchiano davanti alla testiera] Bell'inizio!
RispondiEliminaOttimo inizio!
RispondiEliminaIspira molto...ho già qualche idea! Certo che ci sono bei mostri a scrivere i capitoli prima del mio... Chissà che tireranno fuori! La stagione promette benissimo, l'ambientazione è bellissima... Dai dai dai! :D
Okay, quindi, Clark ha fatto il doppio gioco? facendo credere a Fortress Europe di agire per loro? Quindi ha ucciso Filipou e rubato la USB.
RispondiEliminaCosa sia Clark non lo sappiamo.
Okay, vediamo gli sviluppi.
Ma che poteri ha Clark?
RispondiElimina:D :D
Wow! Clark è figosissimo! ;)
RispondiEliminaDopo aver fatto il lettore silente della season one, ho deciso di essere più attivo questa volta, commentando capitolo per capitolo.
RispondiEliminaDevo dire che l'inizio è sfizioso assai... se il risultato finale varrà anche solo la metà della prima stagione (ma tutti i presupposti dicono che varrà almeno il doppio), sarà una bomba! =)
Un bell'inizio! Diritti in Grecia, al cuore del problema.
RispondiElimina(Sì, mi sto mettendo in pari adesso...)
Lo so, arrivo lungo... ma Clark... :O
RispondiEliminaEcco, tutto quello che riesco a dire...